Un progetto sempre valido
Sono passati 23 lunghi anni dal giorno in cui Alessandro Dalpozzo, allora Presidente del Golf Club Argenta, ebbe l’intuizione di approfittare della legge Regionale 7/98 e di fondare Adria Coast Golf Promotion, il primo Consorzio golfistico italiano che allora raggruppava solo 5 Circoli: Argenta, Bologna, Rimini, Cervia e Riolo.
La legge 7/98, fortemente voluta dall’allora Assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, prevedeva dei contributi fino al 50% per le spese promozionali di Consorzi o operatori turistici regionali con il fine di affiancare le attività del settore pubblico a quelle dei privati e di prevedere per loro degli opportuni finanziamenti.
“Da oggi nella Regione Emilia-Romagna non si spenderà più nulla in promozione turistica se di fianco non sarà presente la commercializzazione da parte dei privati!” ricordo come fosse ora questa frase pronunciata allora da Errani, ancora attualissima e purtroppo inascoltata da molte altre Regioni, ora che da quel giorno sono già passati tanti anni.
La genesi di Emilia Romagna Golf
Da quella prima esperienza di Adria Coast Golf Promotion nacque, qualche anno dopo, nel 2001, il nuovo Consorzio Regionale Emilia Romagna Golf fortemente voluto da Guido Pasi, successore di Vasco Errani, che scrisse una lettera esplicita agli operatori golfistici regionali promettendo adeguati finanziamenti al progetto qualora venisse messa “a sistema” l’intera offerta regionale nel settore del turismo golfistico.
I Circoli regionali seppero cogliere questa opportunità ed il 15 Novembre 2001 venne costituita l’Associazione Emilia Romagna Golf che ancora oggi, 23 anni dopo, raggruppa tutti i campi della Regione con almeno 9 buche certificate e 27 fra i migliori alberghi del territorio.
Gli obiettivi del consorzio
Una delle prime necessità organizzative del nuovo Consorzio Regionale, fu quella di affiancare alle attività promozionali la commercializzazione dei pacchetti golfistici e, in considerazione del fatto che venivano utilizzati dei fondi pubblici, fu necessario procedere con una procedura di “Manifestazione di interesse regionale”, una specie di bando aperto a tutti e concordato con la Regione al termine del quale fu la società Romagna Vacanze, poi diventata Cervia Turismo, ad assumersi l’onore ma anche l’onere di vendere sui mercati esteri l’intera offerta turistico – golfistica della Regione Emilia-Romagna.
In presenza di contributi pubblici non poteva essere una sola società privata ad avere il privilegio di vendere in esclusiva tutta l’offerta golfistica regionale e venne quindi chiesto ad Emilia Romagna Golf di mettere nelle condizioni tutti gli operatori regionali interessati di poter vendere l’offerta dei campi da golf. Il Consorzio Regionale accolse volentieri l’invito, predisponendo ogni anno degli speciali prezzi dei green fee regionali a disposizione di tutti gli operatori ben 6 mesi prima dell’inizio della stagione seguente.
Creato il contenitore ed incaricata ufficialmente la società di incoming, Emilia Romagna Golf era finalmente pronta a partire per il mondo a promuovere e commercializzare la propria offerta turistica che proponeva 23 campi da golf dislocati in tutto il territorio regionale affiancati all’offerta alberghiera ma anche a tutte le altre attività extra golfistiche che hanno reso famosa nel mondo questa Regione, quali la gastronomia, la Motor Valley, le città d’arte, la Costa Adriatica, il termalismo, lo shopping e tutto quanto altro possa offrire questo bellissimo territorio.
Nonostante non sia una Regione golfisticamente “facile” da vendere (un solo Golf Resort, pochi campi da golf realmente turistici, mancanza di collegamenti aerei diretti con alcune importanti destinazioni, maggiore distanza dai mercati di Germania, Svizzera ed Austria rispetto ai campi del Nord Italia…) in tutti questi anni la Regione Emilia-Romagna si è ritagliata un suo spazio preciso nella geografia del turismo golfistico internazionale venendo da tutti riconosciuta come un esempio di professionalità ed organizzazione.
In questi 23 anni di attività, Emilia Romagna Golf è stata la bandiera della promozione golfistica italiana all’estero partecipando a non meno di un centinaio di Fiere ed Open internazionali ed a più di 20 edizioni dell’International Golf Travel Market, lavorando con i principali Tour Operator internazionali specializzati nel golf e investendo sui media specializzati principalmente in Europa.
Oltre a proporsi con serietà sui mercati internazionali, la Regione Emilia-Romagna ha fortemente contribuito, in tutti questi anni, alla nascita ed alla realizzazione del progetto Italy Golf & More, un progetto interregionale che ad oggi comprende 9 Regioni italiane e l’Enit, assolutamente necessario per promuovere l’intera offerta golfistica nazionale soprattutto sui mercati extra europei.
Un’eredità mai raccolta
A soli due anni dall’arrivo della Ryder Cup in Italia, bisogna chiedersi se l’esempio di Emilia Romagna Golf sia stato raccolto, sfruttato e copiato da altre realtà simili italiane e se l’offerta golfistica nazionale abbia fatto quei passi avanti necessari per fare dell’Italia del golf una seria e credibile destinazione golfistica internazionale.
Lo hanno fatto sicuramente, con l’abnegazione e la costanza che tutti gli riconoscono, in Sud Tirolo con il progetto Golf In che da anni ha messo in rete 9 campi da golf e 70 alberghi e che con grande professionalità promuove la propria offerta turistico – golfistica sui mercati di lingua tedesca.
Ci stanno provando da anni in Veneto con la Rete d’impresa Golf in Veneto nata nel 2016 ma che ad oggi comprende soltanto 7 dei 18 campi da golf regionali ed in Toscana dove però il progetto del Consorzio Toscana Golf sembra al momento fermo ai box in attesa di ricevere maggiori considerazioni da parte della propria Regione e magari qualche finanziamento in più.
Oltre a queste esperienze però è stato fatto molto poco altro ed escludendo qualche virtuoso raggruppamento di Circoli sul Lago Maggiore, sul Lago di Garda, sul Lago di Como o in Piemonte, gli operatori golfistici italiani hanno continuato a proporsi in maniera individuale ed estemporanea sui mercati internazionali disperdendo di fatto energie e risorse in promozioni spesso fini a se stesse e non organizzate in maniera continuativa ed affidabile.
Le richieste del mercato
Occorre anche ricordare che i principali Tour Operator internazionali chiedono a gran voce di poter lavorare con DMC (Destination Management Company) o DMO (Destination Management Organization) regionali che possano fornire loro, da un unico punto vendita, l’intera offerta golfistica ed alberghiera unita alle principali attrazioni del territorio ed un unico operatore commerciale che li assista e li affianchi nei servizi di pre-vendita e prenotazione e che sia in grado di essere un interlocutore affidabile sul territorio.
E’ piuttosto utopistico pensare che un Tour Operator internazionale, per prenotare una vacanza in una destinazione golfistica per i propri clienti, debba contattare 4-5 campi da golf diversi ed altrettanti alberghi regionali per poter costruire ed offrire ai propri clienti un pacchetto vacanza in quel territorio!
Oltre agli evidenti motivi organizzativi la nascita e la creazione dei Consorzi Regionali Turistici sarebbe stato assolutamente fondamentale per lo sviluppo della destinazione golfistica italiana per altri motivi piuttosto pratici:
- perché, salvo casi isolati, non ci sono più le risorse per una adeguata promozione internazionale dei singoli Circoli o Resort.
- perché la tendenza ormai consolidata è che la promozione deve essere fatta per grandi aree (Nazioni e Regioni) e non più per piccoli territori.
- per offrire un “sistema di campi da golf”, ben più attraente, agli occhi di turisti e di Tour Operator, di singole realtà isolate dal contesto locale.
- perché presentandosi uniti sotto il brand regionale è molto più probabile attrarre gli investimenti degli Enti Pubblici quali Regioni o Camere di Commercio.
- perché presentandosi uniti sotto il brand regionale si può provare ad ottenere il sostegno dei Comitati Regionali della Federazione Italiana Golf che vedrebbero così di fatto enormemente semplificata la propria azione di promozione turistica.
- per risparmiare sui costi della promozione.
- perché presentandosi uniti sotto il brand regionale sarebbe più facile farsi affiancare dagli altri “players” del mondo del turismo quali alberghi, ristoranti, negozi, autonoleggi, sistema museale, fiera, sistema congressuale, terme & Spa e così via…
Il ruolo della FIG e degli Enti di promozione
Dopo l’assegnazione della Ryder Cup all’Italia ci saremmo aspettati un forte impegno da parte della Federazione Italiana Golf, attraverso i propri Comitati Regionali, per favorire la nascita di nuovi Consorzi Regionali così da approfittare al massimo della grande opportunità di visibilità internazionale che ci verrà offerta dall’arrivo sul nostro territorio della sfida biennale fra Europa e Stati Uniti.
Auspicherebbero la nascita dei Consorzi Regionali anche Enit ed il progetto Italy Golf & More le cui attività promozionali verrebbero notevolmente facilitate dall’esistenza di un interlocutore unico in grado di proporre commercialmente l’offerta golfistica di tutta la propria Regione. Purtroppo ad oggi niente di tutto questo è stato fatto (addirittura recentemente la Federazione Italiana Golf ha deciso di uscire dal progetto Italy Golf & More…), continuiamo a riempirci la bocca di parole annunciando a più riprese uno sviluppo turistico derivante dall’arrivo della Ryder Cup tutt’altro che probabile e l’Italia del golf continua ad essere, come dicono gli operatori internazionali: “una destinazione golfistica sicuramente interessante e con enormi potenzialità ma ad oggi ancora quasi completamente sconosciuta nel mondo”.